21 grammi – Il peso dell’anima
di
Alejandro González Iñárritu
(per
chi non l'avesse visto : questo commento può contenere elementi chiave e il
finale del
film)
Al di là di a cosa
corrispondano i 21 grammi, questa storia di mal assortite coppie (l’unica
funzionante viene distrutta) testimonia l’insensatezza-impossibilità di
pro-creare una rinnovata identità libera, se il rapporto fra gli opposti è
sbilanciato.
Il femminile subisce,
maschera e nasconde (entrambe le mogli). Il maschile è malato.
Uno, soprattutto, nel
corpo (il cuoreÒcentro
vitaleÒanima),
l’altro nella psiche(l'anima).
Il primo, Paul,
consapevole di malattia e disarmonia, rifiuta una generazione forzata (la
gravidanza voluta dalla moglie), invasione-ingerenza simbiotica.
L’altro, Jack, già padre,
forza le proprie creature, come fossero sue protuberanze, ad essere a sua
immagine e somiglianza. Soprattutto il figlio maschio, altra proiezione
simbiotica.
La cosa interessante è
che il bambino (individuo sano) subisce perché non può altro, ma prende le
distanze, fisicamente (si allontana dal padre) ed emotivamente, cosa
che gli consente obiettività (sa con chiarezza ciò che ha fatto il padre).
Se uno è consapevole del
proprio malessere. L’altro lo rimuove dietro una fede esacerbata che, tra
l’altro, contraddice (usa la violenza per insegnare la non violenza).
Il passaggio dal “disordine” evidente all’ “ordine” apparente è ribaltante,
drastico con le medesima caratteristiche di affidamento ad altro-da se
(alcool e fede, spirito di diversa consistenza).
In queste due coppie il
maschile è assente e il femminile, in un modo o nell’altro, ne porta le
conseguenze (e viceversa). Il loro maschile è sbilanciato: una vuole
imporre, l’altra agisce di nascosto.
Non c’è comunicazione e
confronto, sono sempre in lotta.
Il legame fra queste
coppie è la coppia spezzata, che testimonia indiscutibilmente l’assenza del
maschile e la disperazione del femminile a cui sono state tolte anche le
creature.
Le creature, dunque, non
esistono. Non solo per quello che rifiuta la paternità, alla ricerca
ossessiva di se stesso, ma anche per il padre, che ossessivamente tenta di
riprodurre se stesso nel figlio, attuando una violenza psico-emotiva.
La questione è, dunque, a
livello di sentimento: si sente troppo o niente.
Per Paul, il nuovo cuore
diventa una ricerca di equilibrio.
L’uomo si occupa della
propria smorta affettività, prendendosi cura di quella distrutta di Cristina
(la vedova), ma il confonderle porta a sottovalutare la propria capacità o a
sopravvalutarla (mente, in generale, e pensa di poter vendicare un torto
che non ha subito).
Fra i due si crea una
identificazione simbiotica, che però non li proietta in avanti, non
consapevolmente. Restare ancorati al passato porta a reazioni estreme
distruttive, che tuttavia parrebbero catartiche.
Il passato viene lasciato
alle spalle e la vita continua (Cristina è gravida e Jack torna a casa
mutato).
Molto più subdola e,
quindi, pericolosa la tendenza simbiotica nel film-TV
Il segreto di Thomas di Giacomo
Battiato
Dove la scelta della
madre (identica a quella di suo padre) ha in se una coerenza severa ed
estrema, giustificata dalle circostanze. Essa decide di mettere a rischio la
propria vita e rinuncia alla propria emotività, fino a che la Ragione non
apra possibilità all’Armonia.
La sua scelta è
indiscutibile, proprio perché sua.
Ma per quanto riguarda il
figlio?
Prima gli nega la figura
paterna. Personaggio inconsapevole, indubbiamente, ma “condannato” senza
alcun confronto da un giudizio a priori che riguarda scelte di famiglia, di
cui è all’oscuro. Tuttavia nel bisogno si rivolge a lui, scoprendo dunque
una fiducia rimossa, che non solo non viene tradita, ma ci mostra un padre
tenero che si mette al servizio del figlio.
Quindi gli nega il
diritto di essere bambino, che egli ogni tanto reclama, costringendolo alle
proprie scelte dure, austere, dandogli la propria impronta. Rapportandosi
come fosse un compagno e non un figlio.
La simbiosi viene
oltrepassata, lo imprigiona con un sentimento ambiguo, che lo costringere a
essere non ciò che è, ma ciò che alla madre piace che sia.
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