Agata e la tempesta
di Silvio Soldini
(per chi non l'avesse visto : questo commento può contenere elementi chiave e il finale del film)
L’insolito (cioè l’
individualità) è la norma della natura, che non segue schemi convenzionali.
Questo è il
tema trattato con delicatezza e poesia in questo film,
dove le differenze si
amalgamano con grazia (per esempio, il parlare di Agata è orientato alla
comunicazione essenziale e non intellettualistica).
La tempesta è una sfida a
tirar fuori la propria azione creativa (“E’ nella tempesta che appaiono i
grandi inizi e le grandi fini ..” -
Dizionario dei Simboli BUR)
Bene o male tutti i
personaggi di questo film sono sconvolti dalla tempesta e Agata, in un certo
senso, è il perno che li collega. La dinamo elettrica, o forza interiore del
sentimento, che deve essere riconosciuta, accettata e governata, senza venir
repressa, altrimenti esplode incontrollata (le lampadine e apparecchiature
elettriche che saltano).
Solo quando il potente
flusso di energia viene “organizzato” e emozioni e sentimenti fluiscono
armoniosamente, Agata è in grado di “controllare” la luce.
In questa ottica
l’impedimento al legame affettivo non è, dunque, esteriore (perché Nico è
sposato) ma interiore (infatti Arturo è identico a Nico).
La mancanza di radici
porta a vivere automaticamente (la vita di Gustavo, che si basa su una
menzogna che riguarda la sua nascita, è “beneducata”), nella finzione (sua
moglie “recita parti” che non portano a un reale confronto), nell’incapacità
di scambio (il rapporto col figlio).
Contrariamente a Romeo
(il fratello reale) che, nonostante le costanti intemperanze, ha con la
moglie, Daria, un rapporto ricco di sfumature, anche se immaturo.
Per Gustavo, la scoperta
dei propri reali genitori (le tendenze innate), è il pretesto per dare
inizio all’intima ricerca di se (si isola) verso una rinascita vitale che
gli consente di interagire in se e fuori di se (il confronto col fratello,
coi propri obiettivi, lo scambio affettivo equilibrato col figlio e la nuova
compagna).
Interessante è il
rapporto con la gallina (“che svolge funzioni di psicopompo nelle
cerimonie iniziatiche Bantu”
- Dizionario dei Simboli
BUR)
che fa un uovo (simbolo della totalità dell’essere e di rinnovamento) fra le
sue gambe (simbolo di forza – la coscia in particolare – e dei legami
sociali).
E, significativa, è la
morte di Romeo, che avviene nello stesso modo in cui la moglie è rimasta
paralizzata, per una “distrazione” (paragonabile alla noncuranza delle sue
scappatelle). A
cui segue la decisione di Daria di farsi operare per camminare di
nuovo. Come se l’intemperanza dell’impulso (Romeo, l’uomo) non avesse
permesso al sentimento (Daria, la donna) di essere abbastanza forte da
vivere pienamente.
“Se non entri nella tana
della tigre
(cioè non rischi di vivere)
non otterrai nulla”.
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