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Simbolismo & Film

 

Le fate ignoranti di Ferzan Ozpetek

 (per chi non l'avesse visto : questo commento può contenere elementi chiave e il finale del film)

 

Non voglio conoscere il segreto di ogni statua” risponde Antonia al marito che le si propone come guida in un gioco di scherzosa seduzione.

Questa affermazione antitetica al suo modo naturale di essere, propenso all’attenzione e comprensione dell’altro, sebbene parzialmente frenato (“Tu non sei mai stata molto curiosa della vita” le dice la madre), introduce l’argomento chiave del film: la ricerca della verità, come comprensione e espansione, che permette una accettazione totale dell’altro.

 

Indubbiamente il tema dell’accettazione della diversità, cioè dell’altro, spicca ma proprio perché intrinseco a quello principale. Accettazione reciproca, se vogliamo attenerci alla categoria dei “normali” e degli “ignoranti”-le regole della normalità.  Che poi, come rivela Serra, l’amministratrice, sono tutti (chi si attiene alle regole e chi le trasgredisce) normalmente intrappolati in schemi (Michele: “..  nostalgia di una banale stupida vita normale.” Serra: “Ma quella ce l’hai già, non ti illudere.”).

La vera trasgressione è che Antonia, la “diversa”, entra a far parte della loro vita.

 

La linearità di Antonia è estranea a entrambe le categorie, con cui a sua insaputa ha sempre convissuto. Da un lato la madre (che confessa di essere stata un’amante) dall’altro le amicizie nascoste di Massimo, il marito.

 

A Michele, l’amante (segreto, trasgressione, anello di congiunzione fra le due realtà), passa il testimone di Massimo, che non c’è più mentre lui non c’è ancora, per il vivere nella menzogna.

Ma, nel contempo, Michele è simile ad Antonia : lo stesso spirito (amano il medesimo poeta) e sono disponibili (lei infermiera, lui ha cura .. dell’amico Ernesto, dell’ansimante Serra, ..) anche se “recalcitranti” (lei introversa, lui reattivo). Si rispecchiano l’uno nell’altro. Lui in cerca di se stesso, lei della parte negata, quella all’oscuro (lei come moglie tradita) o oscurante (il lato nascosto del marito).

 

Il Sentimento è il coprotagonista, che della Verità ha bisogno per manifestarsi.

Antonia ci si confronta con spontaneità, stupita (o stupida? hanno la stessa radice) magari, ma sempre come evento naturale. Michele lo rifiuta con aggressività spesso cinica, lo teme, lo fraintende. Da qui la menzogna. La differenza sostanziale fra i due è che Antonia entra in rapporto con l’altro (è attenta per capire), Michele si mette in rapporto all’altro (cioè si paragona. Quando lei gli regala il libro non si chiede perché, ma ” come” .. partendo tra l’altro da un presupposto sbagliato).

 

L’amore è apertura totale (Ernesto:volevo tutto di lui anche la sua malattia”). La verità è necessaria per poter scegliere in libertà.

La scelta di Ernesto di andare alla ricerca del suo amore, mettendosi a repentaglio, è conseguente alla menzogna (gli è stata tenuta nascosta la morte di Emanuele), poiché non può accettarla e farsene una ragione. Mentre quella di curarsi bene segue al sapere e, quindi, all’accettare la realtà (dell’altro).

 

Vivendo nell’ombra si perdono le proprie radici e ci si agita incessantemente da un’esperienza all’altra, senza approfondirla né comprenderla (sia le loro conversazioni che le avventure che intrecciano non hanno conclusioni. Sono “fini” a se stesse.). Non riuscendo a modificare i (propri) parametri si soggiace ad essi, ognuno ghettizzato nella propria normalità di menzogna senza speranza. Che scagliano addosso all’altro (la discussione durante il pranzo domenicale sulla “pericolosità” della verità) mortificandolo (Michele provocatoriamente conferma ad Antonia di essere vissuta nell’inganno suo malgrado) e, in un certo senso, dichiarandola come unica verità (Michele presume che Massimo a lui non abbia mentito).

Ma questa verità si basa su un sottaciuto malinteso (credere che il libro di poesia - sentimento e spirito – fosse per Massimo) che si autoalimenta nell’ambiguità, creando pregiudizi che alla verità mancano (la difficoltà di Antonia a “classificare” e “distinguere la diversità” la prima volta che entra in casa di Michele).

 

Emir, quello apparentemente senza radici perché sempre in viaggio, è quasi l’unico ad essere radicato in se. Infatti è selettivo (“lo promette a tutti ma no lo da a nessuno”), cioè ha la capacità di considerare ciò che vuole realmente per se e di dichiararlo direttamente (cosa assolutamente “difettosa”, cioè non normale). Di accettare senza restarne turbato il rifiuto dell’altro (Antonia) ed essergli amico comunque.

 

Anche Emir sembra non appartenere a nessuna delle due categorie, come Antonia, di cui potrebbe anche rappresentare una parte (simile linearità) e, infatti, è l’unico a condividere il suo Segreto (il viaggio da sola). Segreto, non menzogna in quanto esperienza individuale.

Come Ernesto (che le si confida e lei ascolta attentamente, al punto da essere la sola che sa dove trovarlo), l’Amante (colui che ama). Parimenti a lui, vuole tutto da chi ama (il marito) così da sperimentarne l’altra vita, per comprendere fino in fondo e, alla fine, ne resta “contagiata” (scopre di essere incinta).

Decide, quindi, di prendersi cura di questa trasformazione (la parte nuova in se), allontanandosi.

Non scappa dai sentimenti, non lascia alle spalle Michele e gli altri (il bicchiere che cadendo non si rompe.Dicono che quando si rompe un bicchiere la persona che ami se n’è andata”.)

 

Il bicchiere (coppa/contenitore) trasparente (di vetro/cristallo), ovvero l’essere o il luogo in cui i contrari si uniscono, è in grado di reggere ogni impatto fintanto che è integro (esiste nella sua essenza).

 

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