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Simbolismo & Film

 

THE VILLAGE di M. Night Shyamalan

(per chi non l'avesse visto : questo commento può contenere elementi chiave e il finale del film)

  

Il villaggio è una parte del mondo, con cui naturalmente dovrebbe interagire, pena il restare fuori dal tempo evolutivo (infatti sembra fermo al 900 mentre in realtà siamo nel presente).

Si trova immerso nella natura, ma fuori dal suo ciclo (il rosso, colore del principio vitale, è bandito).

 

Il film, come la storia del villaggio, inizia con una morte non accettata. A simboleggiare il rifiuto della trasformazione, parte integrante del ciclo naturale.

 

La vita appare serena, ma è circondata dalla paura. Così come il villaggio è circondato dal bosco. Il bosco assume diversi significati (in riferimento al villaggio): santuario da proteggere, in quanto segna i confini che preservano dalle intrusioni del male. Inconscio divoratore, essendo abitato da creature pericolose che non sono altro che proiezioni della paura. Il luogo sconosciuto dell’altro che può macchiare l’innocenza.

 

L’opera umana ha rafforzato questa separazione con un muro che, se da un lato lo preserva, dall’altro “tiene fuori da” … in entrambe le direzioni. Il confine fra dentro e fuori è reciproco e parimenti imposto. In entrambi è presente la tendenza di chi ha il potere a evitare tutto ciò che può comprometterlo.

A livello soggettivo ciò avviene quando la razionalità o il sentimento prendono il sopravvento, costringendo l’altro termine fuori campo.

A livello oggettivo, o sociale, quando uno status quo vuole mantenere nell’ignoranza (la menzogna) e impedire agli individui di “alzarsi” (lo spazio aereo chiuso sopra la riserva), di andare oltre le insensate regole convenzionali e credere che una trasformazione in meglio sia possibile.

 

Quasi ogni cosa ha più significati, in base all’uso che ne viene fatto, spesso “contaminati”.

Vale a dire: se il villaggio che è dentro, rappresenta l’inconscio e la città che è fuori, la consapevolezza, d’altro canto la menzogna degli anziani si basa su una scelta intenzionale cioè consapevole, mentre quella della guardia del parco sembra dettata da stupore, simpatia, compassione qualità più istintive che razionali.

Proseguendo potremmo dichiarare che l’intenzionalità di basa su sentimenti e emozioni ingovernabili, e che la scelta della guardia era cosciente. E così via.

 

Il silenzio-segreto del villaggio è inibente. Come quello della città che non vuole che la gente parli e si dica ciò che non va detto. Da entrambi il confronto e la messa in discussione vengono rifiutati.

Il non dire di Kevin, la guardia del parco, preserva e cura, come è suo compito. Quello di Lucius protegge i suoi sentimenti ma li limita anche.

Kevin (che significa bianco, puro) e Lucius (luminoso, splendente) sono le energie nuove protese verso il futuro, oltre i limiti della loro realtà.

 

Il segreto è un privilegio del potere e un segno di partecipazione al potere. Ma può anche essere peso da sopportare, soprattutto se la rivelazione avviene per una crisi del potere, come nel caso del palesamento a Ivy. Infatti sebbene annulli il terrore di creature inesistenti, porta in eredità le paure che l’hanno creato, ancora pulsanti che contagiano.

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Il segreto è anche il tesoro nascosto (l’amore reciproco di Lucius e Ivy e la “simpatia” fra la madre di uno e il padre dell’altra, come raffigurazione della completezza dei due giovani o come proiezione dei due adulti verso un futuro più equilibrato.

Al femminile di Ivy infatti si aggiunge una stabile volontà (il padre-maschile). Al maschile di Lucius un’anima sensibile (la madre-femminile). E viceversa.

 

Edward Walker è il fondatore di questa comunità che ha lasciato alle spalle il male della città.

Interessante è il significato dei nomi, che sembra definire il ruolo assunto. Edoardo : difensore della propria ricchezza, intesa in senso spirituale (innocenza). Walker (cosi denominato lo sceriffo), che definisce il potere del guardiano, con l’implicazione di un determinato comportamento (altro senso del termine).

Ma il dubbio sulla scelta, dichiarato a inizio film, mostra la sua ragione di essere nello svolgersi degli avvenimenti.

 

La cecità di questa scelta viene rappresentata dalla cecità fisica della figlia, Ivy, che tuttavia non rappresenta per la ragazza un impedimento insormontabile. Anzi questa imperfezione, in un certo senso, la trae al di fuori dei parametri convenzionali con un affinamento della sensibilità e della comprensione, al punto di intravedere l’aurea delle persone.

La forza e la determinazione di Ivy, che vengono anche raffigurate dal bastone, simbolo dalle valenze molteplici (sostegno, guida, impulso, potere, arma, energia fallica cioè maschile), trae potenza dal suo nome, che significa Edera. Tenace pianta spiraliforme, che rappresenta la permanenza vegetativa e la persistenza del desiderio, nonché il ciclo eterno della morte e della rinascita. Il radicamento alla terra le permetterà di sollevarsi oltre (si arrampica sull’edera aggrovigliata al muro) i confini del villaggio e della città. Come la maggior parte delle piante essa ama la luce (Lucius).

 

Lucius (luminoso, splendente) Hunt (cacciatore, ricercatore) è insofferente alle protezioni-limitazioni che impediscono la libertà, il miglioramento qualitativo della vita che desidera per tutti (perché Ivy possa vedere, Noah placarsi ed apprendere).

Il suo coraggio (coglie le sconosciute bacche rosse) rifiuta una protezione incomprensibile (il cappuccio giallo del mantello che si leva), senza tuttavia osare infrangerla fino in fondo.

 

L’ambivalenza fra protezione-soffocamento e coraggio-pericolo si ritrova nei colori proibito e adottato.

Il rosso dei fiori e delle bacche vietati, seme-principio vitale della natura, è anche simbolo del sangue che pulsa, eccita, spaventa, viene versato.

Il giallo, come oro e sole simbolo di rinnovamento e eternità, nel tono del mantello “a mezza strada fra molto alto e molto basso comporta la perversione delle virtù di fede, di intelligenza, di vita eterna.”

 

Il desiderio-tentativo di Lucius di superare i confini mette in all’erta il potere, che esaspera le sue difese, perché lo spavento non solo inibisce il desiderio, ma anche devia l’attenzione dal problema.

 

Le armi per mantenere lo status quo, sono : il tabù-peccato-dannazione che sgomenta,  la confessione pubblica come deterrente a proseguire nell’errore e il perdono che suggella il senso di colpa (una punizione può indurre alla reazione : Noah chiuso nella stanza del silenzio che evade), il ricatto morale-affettivo (le mani di Lucius “legate” dalla matassa di lana che la madre arrotola) che vincola.

 

Se la trasgressione di Lucius segna il punto di non ritorno, due sono i momenti che iniziano un nuovo modo di porsi.

 

Il primo è ancora oscuro : Noah consegna bacche sconosciute del colore del male (dichiara velatamente il suo amore) ad Ivy, che a sua volta esprime e provoca il sentimento misconosciuto che la lega a Lucius. Inoltre, facendo scoprire a Lucius i disegni rupestri, stimola ulteriormente il suo desiderio di conoscenza.

 

Il successivo già più evidente : Ivy “protende la mano nel buio” verso Lucius, infrangendo il panico appositamente scatenato, ovvero un invito a trasgredire il silenzio-segreto dei desideri.

 

Ma il nodo, che testimonia il fallimento della scelta di separazione, è Noah.

Noah (Noè : colui che consola, che porta quiete e riposo – il protrarsi – il sopravissuto al diluvio) è “imperfetto”. Noah Percy (Parsifal, il puro folle) è istinto puro inibito, che esce di senno.

In antitesti col proprio nome massacra gli animali. La sensibilità sovraeccitata porta all’estremo la non remissione dei peccati, la menzogna, il segreto opprimente, la scissione.

Perché il  diluvio-catastrofe è ancora incombente; i lutti e il dolore non sono stati rielaborati, ma rimossi in zona impenetrabile (gli innominabili). Senza accettazione (che il dolore è inevitabile) non può esserci catarsi e, quindi, rigenerazione e rinascita.

Noah è il ritratto delle illusioni del potere, di cui rispecchia l’insensatezza : ha imparato che per ottenere il risultato voluto bisogna eliminare ciò che lo ostacola. 

 

Solo quando due mondi separati si incontrano e si aprono uno all’altro (Ivy e Kevin) è possibile la salvezza (le medicine).

 

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