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Simbolismo & Film

 

L’uomo che sussurrava ai cavalli (The Horse Whisperer) di Robert Redford

 (per chi non l'avesse visto : questo commento può contenere elementi chiave e il finale del film)

 

Il cavallo - dalla simbologia molteplice, che appartiene a tutti gli elementi e a ogni piano di realtà, riguarda sia il maschile/positivo che il femminile/negativo (rapporto fra opposti), l’istinto primordiale e l’intuito (rapporto fra inizio/giovane?istinto e fine/maturo?intuito) - ci viene incontro in tutta la sua possanza dal sogno di Grace. Agita l’acqua (inconscio, emozioni, istinto), scompiglia la sabbia-terra (corpo fisico), fende l’aria (vita di relazione). Risveglia alla vita (dal sogno la ragazza si desta, contenta, carica di energia vitale), per muoversi nell’esperienza diurna.

 

Il suo rapporto con il cavallo è buono e a doppio senso (non solo gli parla ma si mette in ascolto. “Cosa pensi?” gli chiede). Non ci sono turbamenti, se non l’accenno a una madre troppo impegnata (troppo indipendente per cui assente, tale il loro legame).

 

Poi l’incidente interviene a spezzare la relazione (tutti i legami esistenti si incrinano), annullando una parte importante di se (la morte dell’amica confidente), menomando la linfa vitale (i rami spezzati) e il muoversi nel sociale (l’amputazione della gamba, simbolo di contatto in quanto organo che permette di avvicinarsi e superare la distanza).

Parallelamente si evidenzia lo squilibrio fra ruolo sociale e identità personale della madre.

 

L’incidente avviene per distrazione, perché da un lato si sottovaluta il rischio (scelta non ponderata della scorciatoia e il chiacchierare nonostante il sentiero impervio & il privilegiare il ruolo sociale)  e dall’altro si sopravvaluta la propria capacità di tenuta (alle richieste di approfondimento dell’inconscio-figlia). Ma il cavallo (inconscio) si imbizzarrisce e getta a terra il cavaliere (ragione) che resta impigliato e viene trascinato malamente. Tuttavia quando la ragione perde il controllo (il cavaliere cade o non riesce a tenere le redini & la figlia ha l’incidente), l’istinto lo protegge (il cavallo si oppone all’autotreno ® pericolo e anche metafora della società industriale che offende la natura & la madre si adopera per rimediare).

Di conseguenza la madre si assenta dal lavoro e, abituata a decidere, non riesce a scegliere rispetto al cavallo (inconscio).

 

Inizia un duplice percorso intrecciato che riguarda il confronto con il proprio potenziale energetico, quello “naturale” (l’esperienza della figlia) e quello di “recupero” (per la madre e attraverso la figlia).

 

La giovane (nuova energia, istinto) non è sufficientemente curata-protetta-orientata (la madre si lascia risucchiare dal modello sociale e la trascura): femminile e maschile, cura e attenzione, non sono equilibrati. Il femminile (della madre personificato dalla figlia adolescente) è rimasto immaturo, poiché ha privilegiato il maschile (il debordare degli impegni professionali).

 

L’istinto del femminile (la gamba di Grace, il suo cavallo & il ruolo materno) è ferito, menomato. Spaventato si ritrae (il chiudersi e isolarsi senza speranza della ragazza & il farsi assorbire dal ruolo sociale) o si rivolta selvaggiamente. E’ sfigurato, irascibile anche quando contenuto (il cavallo & il nervosismo asciutto della madre in ogni situazione).

 

Il distacco (l’incidente), la coscienza di questa distanza (l’evidente incomprensione fra madre e figlia, la menomazione, il ricovero) crea spavento, disagio e paura. Poiché è frutto di un uso eccessivo della ragione (il lato maschile, cioè il ruolo sociale) questa non può essere di alcun aiuto e l’unica possibilità è affidarsi all’intuito (la ricerca di un’alternativa non certa alla cura del cavallo).

Anche se non è in grado di “riconoscere i segni”, la madre riesce alfine a trovare il “sussurratore”, poiché non si arrende.

 

Colui che sussurra ai cavalli si occupa non di “persone che hanno problemi con i cavalli” ma di “cavalli che hanno problemi con le persone”.

Viene con questo messo in evidenza che l’istinto è imprigionato dalla ragione e non viceversa.

Così che non riesce a maturare in intuito, ove tutte le funzioni interagiscono armoniosamente.

Ed è proprio la consapevolezza della necessità di un’interazione totale che porta l’ “informatore segreto” (Whisperer), Tom Booker, a pretendere la collaborazione di Grace, perché è il suo cavallo (istinto) e dovrà cavalcarlo lei.

 

Questa “forzatura” è necessaria alla riuscita, per evitare che la parte “addormentata” (Grace impaurita, scoraggiata) si richiuda completamente in se. E’ un invito ad assumersi la responsabilità di sé, a non farsi limitare da un handicap, a superare il dolore della ferita, lo shock, il panico-rabbia che imbizzarrisce l’istinto (cavallo) e lo fa andare fuori controllo. Se la ragione ha paura dell’istinto, questo a sua volta si spaventa e reagisce irrazionalmente.

 

L’anima (cavallo) è soggiogata dalla paura, rifiuta furiosamente ogni “regola”  (il contatto, i legamenti e le briglie). Bisogna lasciarle riprendere confidenza e fiducia in se e nell’altro.

Rifiuta l’esperienza col mondo e si rifugia in zone (iper)protette (il padre), perché si sente trascurata, quindi, non ascoltata, apprezzata, valida e non riesce ad accettarsi (la crisi di Grace nei confronti della madre e di se stessa). Il confronto (fra moglie/femminile e marito/maschile) è formale cioè la relazione è in crisi (in generale qualsiasi rapporto). E’ necessario ritornare alla naturalità, alla essenzialità per ripristinare l’equilibrio  (sono immersi nella natura e nei suoi ritmi, e Booker è assolutamente un personaggio essenziale, intuitivo).

 

Booker  scruta con calma il cavallo, che a sua volta lo osserva. La non paura non lo rende incauto, ma intuitivo e, quindi, sta attento se deve (lo tiene a distanza, si mette i guanti). Ammansisce l’istinto ma lo lascia libero.

Con la stessa intensità osserva le ferite, non visibili, di Grace e la spinge a portarle alla luce (per poter curare completamente il cavallo ha bisogno di capire ciò che è accaduto, cosa ha turbato l’equilibrio), premessa indispensabile alla cura e guarigione.

Si riprende la strada dal dolore, dalla frattura per “recuperare l’educazione” dell’istinto?energia attiva?desiderio ai confini e alla libertà (il cavallo viene legato, esercitato, rinchiuso entro la staccionata. Viene lasciato libero e gli si lascia il tempo di scegliere, cioè di essere libero di darsi da se delle regole).

Ci si affida e fida del potenziale che si intravede, delle capacità di oltrepassare i propri limiti imparando a dosare gli “input” (fa guidare il camioncino alla ragazza, che non lo ritiene possibile a causa della sua menomazione).

Parallelamente la sua storia con la madre : le fa riprendere il cavalcare, la porta a contatto con la Natura, l’incoraggia a riconquistare la figlia e il proprio ritmo, la invita a capire ciò che vuole.

 

Booker è la capacità di mettersi in contatto empatico con la parte oscura, segreta e segregata, di osservarla, di percepirne il ritmo-tempo, con cura e attenzione equilibrate, di chiedere quando è il momento di chiedere. Cioè rassicura e incoraggia ciò che vuole uscire, lo riconosce e fa che si manifesti (“saperlo è facile. Dirlo ad alta voce è difficile”). Elimina ogni falsa priorità che distrae (il cellulare, il ruolo sociale) dalla propria strada.

Sa attendere e mostrare la propria attesa (si siede a osservare il cavallo fuggito), a distanza tale e con una postura che la rivela per ciò che è, senza condizionamenti.

 

E’ il riuscire sia comprendere gli errori (la causa manifesta degli avvenimenti), che l’accettarli  (perché ciò che accade non è giusto o sbagliato, ma semplicemente è). Ammettere i propri errori senza inutili e paralizzanti sensi di colpa (le confidenze di Grace a Booker  rispetto all’incidente e alla morte dell’amica) cioè continuare a procedere. Sperimentare anziché misurare tutto e decidere astrattamente a priori. Rendersi pronti a fare ciò che si desidera, senza bisogno di motivazioni fittizie (la ragazza andando dal cavallo prende del cibo, che getta, perché quello che vuole è semplicemente andare da lui).

 

E’ l’istinto che attraverso l’esperienza si è fatto intuito, dandogli la capacità di riconoscere i limiti, propri e altrui, e rispettarli anche quando fanno male (il troppo spazio del Montana per l’ex-moglie, il troppo poco della città per lui), per non ferirsi inutilmente e di più. E’ libertà e amore. Che non decide anche per l’altro, che non può amare anche per l’altro, perché altrimenti la relazione è monca (la relazione fra marito e moglie e la “confessione” del marito).

L’impedimento (la gamba amputata & il marito) non sono reali, dipendono da ciò che uno vuole. Ne è un esempio evidente proprio il marito che si autoelimina come ostacolo (fino ad allora voleva solo viverle accanto, ora non gli basta più e lo manifesta).

 

Accettata la propria debolezza (la paura e il senso di colpa), la reattività si scioglie e la parte più forte, l’energia vitale (il cavallo), può “cedere” e inginocchiarsi (cioè mettersi al servizio) per sollevare la parte più debole e divenire un tuttuno armonico (cavaliere/ragione a cavallo/inconscio).

L’equilibrio è ristabilito.

 

E’ interessante il fatto che entrambi i personaggi maschili esprimono una notevole tenerezza (qualità femminile), cioè un equilibrio degli opposti, per quanto il marito con una accentuata passività che rimanda, in un certo senso, al “cedere del maschile per far alzare il femminile”.

 

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