Educare
(dal lat. ex fuori , ducere trarre) significa
trarre fuori. Cos’altro se non quello che uno è e che ha dentro?
Cioè favorire lo sviluppo armonico e totale del suo potenziale.
Il
che significa che
beneducato e maleducato, sono entrambi forzature. Perché il parametro
usato non è la norma soggettiva, ma la normalità del sistema in cui il
soggetto è inserito.
La
“buona educazione” devia l’energie, che si dovrebbero usare per
divenire ciò che si è, verso un eccesso di forma e attenzione
all’esterno per ottenere approvazione o altro. Si può essere gentili
nelle maniere ma non nell’animo, anche perché la tensione a cui si
viene costretti, l’ipocrisia, non permette una critica serena e
equilibrata.
La
“cattiva educazione”, che deriva da una mancanza di cura o è la
reazione a una cura eccessiva, quindi all’ipocrisia, a sua volta non
permette l’estrinsecazione armonica dell’individuo. Sempre che il
termine maleducato, non sia usato per “marchiare”
come anormale una naturalità che contrasta con le regole del
“bon ton”.
Entrambe,
per una sorta di compensazione, esagerano l’attenzione verso se stessi
con una unilateralità di pensiero e suscettibilità che grida (Non) Io
(ma la mia maschera a cui devo prestare attenzione).
L’educazione
sensata è quella che stimola il bambino a essere naturale, applicando
regole di vita che non lo facciano entrare in rotta di collisione con il
mondo circostante. E, in genere, già il contatto con gli altri, i suoi
simili in particolare, gli insegna che ci sono delle cose che se fa gli
ritornano indietro dolorosamente e impara a modificare il suo procedere.
Il
compito di chi educa è far comprendere perché, cosa e come. Non di
snaturarlo.
La
reazione aggressiva a un’educazione ipocrita è sana, anche se
eccessiva, perché tende a
ripristinare quello che è, sebbene spesso in movimento regressivo.
L’impulso viene bloccato sulla difesa del potere di esistere.
Un
bambino snaturato rischia di diventare un vecchio fastidioso, perché i
buchi coperti dalla buona educazione, o la chiusura a oltranza della
maleducazione, verranno fuori di nuovo, ma sarà troppo tardi per
ripristinare l’ordine naturale. E ne soffrirà sia lui che chi lo
circonda.
Dunque
un educatore dovrebbe essere un consigliere, più che un comandante, al
servizio del Signore che abita nell’ “allievo”. A cui deve
rispetto e verso cui ha delle responsabilità.
Il
suo compito è “iniziarlo” alla
rivelazione di Libertà e Sacro.
E’ interessante notare che
scuola significa originariamente riposo, tempo libero.
Quindi godere del tempo libero per giocare e, attraverso questo,
imparare a
manifestare il proprio potenziale, per poterlo poi “professare”.
Prendiamo
come esempio calzante l’arcano numero uno: il giocoliere deve
esercitarsi e addestrarsi fino a riuscire a padroneggiarsi con maestria
e manifestarsi Mago.
L’educatore
ha dunque una missione “sacra”, genitore o insegnante che sia.
Ha
il potere
(Mago) sulla materia
(Papessa) da comunicare
(Imperatrice) per
fertilizzare il terreno
(Imperatore) con un rituale sacro
(Papa).
Ha
il potere
(Mago) sull’altro
(Papessa) con cui è in relazione
(Imperatrice) di dare un’impronta
(Imperatore) per consacrarlo
(Papa).
Si
spera dunque che sia all’altezza del compito, altrimenti con il potere
dell’illusione
(Mago) risucchierà l’altro
(Papessa) in effimeri
collegamenti
(Imperatrice) che inibiscono
(Imperatore) la manifestazione
pontificando
(Papa).
Dal
potere di manifestare creativamente come si funziona all’esibizione
del potere, cioè “ora ti dimostro chi sono io”.
La
manifestazione radiante mostra ciò che è e può essere, non vuole
dimostrare .. qualcosa di cui non si è sicuri. Se so chi sono, lo sono
semplicemente, non ho bisogno di esibirmi con nessuno. Ho il piacere di
mostrarlo per condividere la mia gioia di essere. Per essere esempio
creativo che invoglia a crearsi.
Ognuno
insegna qualcosa all’altro e impara qualcosa
dall’altro.
Se
amo ciò che manifesto voglio condividerlo. Se non lo amo voglio
imporlo.
Se
il “sacro mostrare” decade sorge il fascino dell’oscuro, disgiunto
dalla luce.
Le
streghe diventano fattucchiere, la magia potere perverso, la conoscenza
e la scienza superstizione, la morte attraente .. La trasgressione cerca
una via d’uscita dalla normalità per ritornare alla naturalità. Ma
è necessario stare in sé, dentro, né sopra né sotto.
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