Ben
venga, dunque, il Matto e lo stato psicoide, che apre la porta
all’altro nel buio e lo esce alla luce. Non bisogna averne paura e
spingerlo via per la sua strada. Qualcosa ci sta dicendo, quindi, quanto
meno va osservato. Segregarlo non serve. Sicuramente costringe a essere
“veri” poiché mette di fronte al
panico che si tende a rimuovere.
In
un certo senso, sebbene fratturato, è in-tatto (non-toccato). Scampato
all’omologazione.
Se
si parla, calati nella realtà, tutto questo è da prendere con le
pinze.
Ma
se si intende per matto e stato psicoide l’esperienza che rivela
quella parte oscura e oscurata, e pur turbando lascia “sani”, ben
venga perché Inizia all’integrità.
Reciprocamente
si interagisce come il Matto (attraverso qualsiasi altro arcano), anche
se inavvertitamente. Perché il contatto con l’altro in qualche modo e
grado trasforma, a volte anche confermando il “buono”.
La
percezione dell’altro come estremamente diverso, perché è tale o
perché richiama una parte di sé sepolta da macerie, avverte che
qualcosa di incontrollabile è in atto. Mette in agitazione.
Sotto
questa inquietudine ribolle il mutamento. La trasformazione è lenta,
spesso sotterranea, e mostra i suoi segni in po' alla volta.
Impercettibili, all’inizio, a chi osserva o ritenuti insoliti.
Prendono piede e mostrano il rifiorire.
Se
la porta che s'apre (l'esperienza con l'Altro/Matto) porta un
capovolgimento improvviso .. è segno che l'energia è scivolata nel
polo opposto. E’ una fuga, inconsapevole forse: si tira fuori la parte
rifiutata cacciando via, tutta o in parte, quella finora abitata. E la
frattura resta. E, di nuovo, si penserà tutto impossibile chinando il
capo sotto il fardello del "destino".
La primordiale tristezza
di chi conosce la fine (dal lat.. finis “confine di un
territorio, limite”), ma non ancora l’Inizio.
Non
cambia niente fino a che l'energia non nutrirà entrambi i poli,
cercando di ricucirli in dignità.
E’
di più. E vuole esserlo.
Perché
il Matto di passaggio glie l'ha mostrato. Il Matto non è la via, ma la
porta che apre alla propria. Bisogna attraversarla per ritrovarsi
dall'altra parte.
La
scelta di “non essere normale per essere il più possibile naturale”
non è facile. Unifica e separa contemporaneamente. Perché, rimarginata
la frattura interiore,
nasce l'esigenza di ricucirla fuori. Si vorrebbero eliminare tutte le
fratture che rappresentano un
ostacolo al rapportarsi alla pari. Ma rendendosi conto che la Libertà
è Sacra, non si può agire per l’altro. Bisogna attendere che si
metta in moto da sé, per quanto lo si possa chiamare. Essendo Sacro, va
lasciato libero.
Cioè ci si riconosce alla pari e si accetta l'altro nonostante
la separazione. Lo si vede nella sua frattura. E' "cattivo" (dal
lat. captivus, prigioniero) perché quello che è, e che si vede,
è imbrigliato. E la sua disperazione fa male.
Può
diventare dunque una difesa aderire alla
normalità per non sentire la frattura.
Il
degrado inizia con l’inizio dell’emarginazione, non per la comparsa
dell’ “emarginato”, il diverso, che ne è il risultato.
Il
“diverso” omologato, che generalmente appartiene al binomio “genio
e sregolatezza”, è lo spauracchio attraente con cui si tiene a bada
il vero Matto. Di ognuno.
Lo
si vorrebbe essere .. per avere (il) potere (di non sottostare alle
regole senza pagarne il prezzo). Per questo lo lasciano “libero”.
La
sregolatezza è un’ “immaturità” rispetto all’organizzare
pensiero e sentire armonicamente, e certo può portare alla pazzia (=non
controllo), all’esaltazione della differenza-individualità con un
individualismo soverchio. Che si paga in base alle proprie tasche. Se
sono piene ci si potrà anche permettere di essere un genio.
Tutto
questo, non per sminuirne la genialità ma per sfatare un mito su cui
poggiano troppi malintesi : un genio può anche essere “regolare” e
dare meno nell’occhio, perché non sente il bisogno di mettersi in
mostra. Mostrerà solo il genio creativo.
Ah
poter dire di nuovo: è la “cosa più bella che mi sia capitata” ..
non la migliore in assoluto .. ma perché
ha aperto una stanza creduta inesistente .. o perduta.
Chi
stupisce, in fondo, fa “miracoli”.
Il
Matto Arcano è in estinzione … proteggiamolo!