L’impulso
a muove, in un certo senso, ad “esistere” sperimentando la
capacità-libertà di esaudire i propri desideri (non per niente il Mago), cioè il proprio
potere.
Superata
la fase di sperimentazione, dovrebbe trasformarsi in impulso verso
un obiettivo preciso.
Seguire
un impulso (dal lat. impulsu(m), part. pass. di impellere 'spingere pellere avanti in'), senza averne identificato chiaramente l’obiettivo, porta a
muoversi in modo improprio. Col rischio di confondersi e inseguire un
obiettivo sbagliato, che
anche se raggiunto non darà soddisfazione. Oppure con azioni o non
azioni e atteggiamenti non proprio intenzionali, decisamente
controproducenti [Es.
: 14 Temperanza come, inibizione o ipercritica - 15 Diavolo, conflitti - 16 Torre,
blocco o superbia - 17 Stella, illusioni - 18
Luna, inganno - 20 Giudizio, controversie
– 21 Mondo, esagerazioni].
Il
fraintendimento fra quello che si pensa l’obiettivo e quello reale,
confinato nell’oscurità, non permette nemmeno di capire il perché
del fallimento o dell’insoddisfazione. Si resta sulla soglia
dell’esperienza, senza la possibilità di comprenderla e imparare, col
rischio di ripetere errore su errore lo stesso errore.
Si
esercita impropriamente il proprio potere.
Diciamo
che se la ragione dichiara un obiettivo che maschera
ciò a cui realmente, anche se inconsciamente, si mira, la
bussola interiore si dirigerà comunque verso la verità, anche se con
movimenti falsati e ambigui.
Quando
l’impulso non collima col sentire o proprio il sentire non è
percepito, la frattura fra i due pulsa e lacera il collegamento. Si gira
a vuoto.
Se
il turbamento nasce da sentimenti o impulsi contrastanti e non si riesce
a venirne a capo .. forse la soluzione sarebbe verificarli tutti, in
chiarezza però. Nascondere la propria indecisione serve solo ad
addensare la nebbia, aggrovigliando il problema senza trovare una
risposta.
Precisione
e semplicità per superare il senso di onnipotenza (del Mago) urlante
che azzittisce la paura del contrario.
Comprendere
che la forza poggia sulla vulnerabilità o, meglio, sull’accettazione
della propria vulnerabilità che lascia parlare la paura e può
contenerla.
Cosa
si teme di perdere? .. se non la frattura.
L’impulso
inibito, deviato – anziché orientato – ritorna come rabbia, senso
di inadeguatezza, che si scaglia con prepotenza all’esterno perché fa
star male. Ci si sente intrappolati o aggrediti e si reagisce
aggressivamente. Ci si muove, allora, per ottenere vendetta al posto di
ciò che si desidera.
La
vendetta, come atto sacro per reclamare ciò che è da avere, richiede
lucidità che colleghi testa, cuore e piedi.
Altrimenti la si generalizza e dirotta su tutti,
indifferentemente, si punisce alla cieca, immemori dell’obiettivo
originario che sprofonda sempre più nell’oscurità..
Gli
impedimenti si accumulano “incomprensibilmente” e altrettanto la
suscettibilità che aggroviglia in vie senza scampo.
L’impulso
verso porta ad entrare in
relazione
sulla base di sentimenti e affetti, da vivere
e valutare, per decidere se andare o no in profondità, cioè mostrarsi
completamente nudi.
E’
necessaria una solidità interiore che faccia sentire abbastanza forti
per lasciarsi penetrare senza opporre resistenza, per non chiudersi o
reagire
aggressivamente sulla difensiva. Perché il contatto
con l’altro contagia, dà il potere di trasformare se
stessi e l’altro, al fine di far confluire le capacità e gestirle in
unione.
Ma
se non si è ancora raggiunta una sufficiente autonomia, sia di pensiero
che di sentimento, la relazione interiore e di conseguenza quella con
l’altro diventa impossibile, se non su fraintendimenti e malintesi.
Se
non “esisto”, non sento il mio “potere”, quello che vorrò sarà
provarlo, quanto meno all’altro o attraverso l’altro. Sarò
continuamente all’inseguimento di nuovi stimoli, “terreno da
conquistare”, “parole” da dire.
E sentendomi inconsistente lo farò con prepotenza, arroganza, reattività,
evidenti o meno. Creando illusioni se serve, nascondendosi dietro una
bella coda da pavone.
Ma
non troverò pace finché non troverò me stesso e mi metterò realmente
in viaggio. |